[50] Summa vero vis infinitatis et magna ac diligenti contemplatione dignissima est. In qua intellegi necesse est eam esse naturam, ut omnia omnibus paribus paria respondeant; hanc isonomian appellat Epicurus, id est aequabilem tributionem. Ex hac igitur illud efficitur, si mortalium tanta multitudo sit, esse inmortalium non minorem, et si, quae interimant, innumerabilia sint, etiam ea, quae conservent infinita esse debere.
Et quaerere a nobis, Balbe, soletis, quae vita deorum sit quaeque ab is degatur aetas.
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50. La suprema realt? dell'infinito esige uno studio quanto mai approfondito ed attento e in esso e giocoforza
scoprire una perfetta corrispondenza fra gli opposti. Questo principio Epicuro chiama isonomian cio? uniforme
distribuzione. Da esso deriva la conseguenza che, se tanto estesa ? la somma degli esseri mortali non minore sar? quella
degli immortali e che se innumerevoli sono le cause distruttive, pure infinite saranno quelle conservatrici.
Voi stoici siete soliti anche chiederci - e mi riferisco a Balbo - in che consista la vita degli d?i e come trascorrono
il loro tempo.
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